Sapevi che anche tu ora possiedi una banca?
Non è una bufala, sei davvero proprietario della tua banca , lo dice una norma!
Come dici?…non hai tirato fuori neanche un euro per comprarla?
Non preoccuparti è stato già tutto predisposto dalle autorità europee e nazionali.
Pensa che attenzione che hanno nei tuoi confronti…hanno pensato proprio a te!
Voglio svelarti questo piccolo segreto che si trova dietro la tua fortuna, ma prima dobbiamo fare un salto nel tempo, non di tanto…
Andiamo negli anni precedenti al 2000: i mercati erano in netta crescita e l’ avvento di internet aveva portato alla nascita di numerose aziende che cavalcavano l’ onda di quella che venne definita “New economy” , come a segnare uno sparti acque tra due ere.
Iniziava l’ era di internet e della globalizzazione.
Ricordi come era la tua banca a quei tempi?
Raccoglieva denaro per remunerarlo attraverso certificati, depositi, obbligazioni…e poi lo erogava attraverso i prestiti alle società.
Questo era il modello della banca “commerciale”.
Il modello di banca che invece si utilizzava nei paesi angloamericani era la banca da investimenti. Ossia una banca che raccoglieva denaro per il fine esclusivo di investirli in ogni genere di prodotto finanziario, spesso non garantiti, ma con alti margini di guadagno.
In quegli anni tu eri abituato a comprare BOT, titoli di stato in generale, o buoni fruttiferi alla posta (a quei tempi la posta era ancora statale).
Ma un bel giorno, mentre correva l’ ultimo decennio del nuovo secolo , grazie al tuo “amico direttore o promotore”, hai scoperto che la banca poteva farti guadagnare bei soldi attraverso l’ acquisto di azioni che ti venivano consigliate quasi come notizie riservate dal Pentagono.
ERA INIZIATA UNA DELLE PIU’ GRANDI BOLLE SPECULATIVE.
I tuo investimenti crescevano in maniera consistente, altro che buoni e titoli di stato.
Si trattava di veder moltiplicare il capitale più volte nell’ arco di poco tempo, a volte giorni.
Qualsiasi cosa compravi cresceva.
Questa condizione di facili guadagni senza percezione del rischio, aveva generato la convinzione che promotori finanziari, direttori di filiali e impiegati dell’ ufficio titoli fossero dei veri e propri esperti di mercato.
Ogni consiglio era percepito come la profezia di un veggente.
A queste due figure andava ad aggiungersi il Cliente “fai da te”. Quello che credeva di conoscere il mercato per aver letto il sole 24 ore e indovinato qualche operazione profittevole.
In realtà, nella magior parte dei casi, nè i primi e nè i secondi avevano alcun merito, perchè qualsiasi cosa compravi cresceva.
Molti risparmiatori come te in quegli anni si trasformarono in investitori spregiudicati pagandone amare conseguenze.
Intere fortune andarono perse, al crollo della borsa si generò il panico diffuso e quindi la maggior parte dei clienti delle banche si apprestò a ritirare le somme investite, o quel che ne restava a causa delle ingentissime perdite sul capitale.
LA NEW ECONOMY ERA ARRIVATA AL CAPOLINEA.
Trascinando con se perdite di denaro impressionanti.
Intere famiglie avevano visto gettare in fumo i risparmi di una vita nella corsa verso il nuovo Eldorado.
Tutto era facile, tutto era per tutti.
Diventare ricchi aveva una sola strada, quella del mercato azionario.
Immagina come si sarà sentita una famiglia come la tua, quando ad un tratto ha visto frantumarsi sogni e aspettative.
Si ricomincia da zero.
Da quel preciso periodo le banche hanno incubato un virus letale: ” se investi in ciò che compri da me, ti assumi tu il rischio della perdita dell’ investimento”.
Della serie ” io sbaglio e tu paghi”
Proprio alla luce di questo principio sei diventato proprietartio della tua banca.
Dirai ,allora, che non tutti i mali vengono per nuocere!… si , ma aspetta, non brindare ancora devo finire di raccontare il resto della storia.
Da quel momento storico sono iniziate tutta una serie di norme di condotta che banche, promotori e cliente dovevano tenere presenti nello svolgimento del proprio rapporto.
Il tutto per far si che le banche e i promotori potessero collocare i prodotti rischiosi solo ad alcuni profili in grado di comprenderli per conoscenza o esperienza.
Nonostante ciò il sistema presenta ancora delle lacune enormi, altrimenti non avremmo avuto i casi MPS e Antonveneta dove i clienti possedevano azioni delle banche per l’ intero importo delle proprie liquidazioni.
In seguito alla crisi dei mutui sub-prime (2007-2008) hai potuto assistere per la prima volta al salvataggio delle banche.
L’ interesse del fenomeno per banche di enormi dimensioni ha causato un forte senso di insicurezza anche anche nei confronti del sistema bancario .
Basta pensare che per salvare le banche sono state adottate misure di “sicurezza” del valore di 84 miliardi di euro.
Si hai capito bene!!
Se lo stesso importo si fosse investito in istruzione e tecnologia saremmo un paese all’ avanguardia e non un fanalino di coda. Invece si è preferito salvare le banche e continuiamo ad avere un paese che arranca.
Ecco ora siamo giunti all’ ultimo tassello di questo racconto.
Ti parlavo proprio poco fà di misure di sicurezza che vanno sotto il nome di Bail in.
Che cosa è il Bail in?
Si tratta di una direttiva comunitaria, la BRDD (Bank recovery and risolution directive) imposta dall’ unione Europea ed entrata in vigore in Italia a gennaio 2016.
Da questa data tutti gli istituti bancari in crisi finanziaria non possono più attingere ai fondi pubblici erodendo i contributi versati dai cittadini attraverso le imposte.
Mi dirai che è un’ ottima cosa, ed io ti risponderei che hai ragione.
La seconda parte della direttiva non è però così in stile Robin Hood.
Infatti sorge spontanea una domanda: ma se non si intaccano i soldi pubblici, da dove si prendono i soldi per salvare le banche?
A seconda del peso dei debiti, l’ autorità di risoluzione (BANKIT) della crisi dispone che , a risanare le perdite, siano in prima battuta le riserve sociali e , in un secondo momento quei clienti che hanno sottoscritto strumenti finanziari con grado di rischio decrescente (dalle azioni ai depositi non garantiti).
Se ora stai pensando di essere salvo perchè i prodotti che ti ha consigliato il tuo amico direttore sono stati acquistati prima del 01/01/16, stai commettendo un grave errore perchè la direttiva è retroattiva e non fa testo il fatto che il cliente al momento della sottoscrizione non fosse informato della possibilità di perdere i propri diritti in caso di risanamento bancario.
Quindi la domamda che conta è: che cosa succede ai tuoi soldi se la banca di cui sei correntista va in crisi finanziaria?
Per evitare panico inutile ti dico subito che se hai :
-
fondi
-
obbligazioni bancarie garantite
-
conto corrente con giacenza inferiore a 100.000 euro
non rischi ASSOLUTAMENTE NULLA…per ora.
Il rischio lo hai invece, ed anche tanto, se hai comprato:
-
azioni di una banca
-
obbligazioni bancarie non garantite
Oltre a questi due strumenti ne esistono altri che generalmente non sono in uso tra i risparmiatori italiani, quindi evito ti crearti confusione.
Gli strumenti che ti ho elencato sopra sono proprio quelli oggetto della procedura di risanamento di una banca in crisi.
Ora se ancora pensi che in qualche maniera chi sta dall’ altra parte della scrivania possa agevolarti nell’ acquisto di qualche buon investimento, ti rivelo un altro “piccolo” segreto presente nella normativa del bail in e che puoi verificare tranquillamente da solo.
Nella normativa viene stabilito che le banche, per rispettare i parametri di solidità imposti dall’ UE, hanno l’ OBBLIGO di far sottoscrivere alla propria clientela sufficienti attività ad elevato rischio di bail in.
Considerando che il parametro di solidità delle banche è legato a quante più attività rischiose esistono nel patrimonio della banca, puoi capire benissimo che se una banca va sotto procedura di bail in , a rimetterci sono quei risparmiatori che fidandosi del proprio istituto hanno acquistato attività rischiose come quelle di cui abbiamo parlato prima.
Da un lato si dice che si vogliono salvare i risparmi e i risparmiatori rendendo le banche più solide e dall’ altro si introduce un parametro di solidità per cui la banca ha l’ obbligo di far sottoscrivere agli stessi clienti i prodotti ad alto rischio di Bail in e quindi di annullamento dei propri titoli.
E’ proprio vero che il banco vince sempre!!!
Per cui occhio al portafoglio e soprattutto attento quando vieni invitato a fare due chiacchiere in banca, alle poste o in agenzia.
Al prossimo articolo e se vorrai lasciare un tuo commento, sarò felice di risponderti.