Per rispondere a questa domanda è necessario prima che ti spieghi cosa è la deduzione.
La deduzione è un meccanismo fiscale grazie al quale tutte le somme che spendi e che hanno una inerenza con la tua professione, possono essere scalate dal tuo reddito imponibile.
Facciamo un esempio per essere più chiari.
Se sei un imprenditore o un libero professionista, paghi le tasse su ciò che resta dopo che dalle entrate hai tolto le uscite (spese). Questo sistema di tassazione dello Stato viene definito alla “foce”.
Se invece sei un dipendente, paghi le tasse direttamente sul tuo reddito, in funzione delle tue entrate, più guadagni e più paghi, quindi puoi spendere quello che resta dopo il prelievo fiscale sul tuo reddito. Questa tecnica di tassazione è detta “alla fonte”.
E’ evidente che un imprenditore/libero professionista ha una maggiore possibilità di ridurre il prelievo fiscale rispetto ad un dipendente, ma questo è un altro argomento.
Quello che per te credo sia utile e su cui foglio focalizzarmi è che il dipendente come te ha la possibilità di ridurre l’ importo IRPEF da pagare attraverso le detrazioni (come ad esempio gli scontrini della farmacia), ma ha anche un alleato più potente .
Sto parlando della deduzione fiscale .
Infatti, mentre con le detrazioni vai a sottrarre alcune delle tue spese dall’ IRPEF che paghi, con la deduzione le somme si scalano direttamente dal reddito imponibile.
Ad esempio se il tuo reddito imponibile è di 40.000 euro , la tua aliquota IRPEF sarà del 38%. Questo significa che le tasse che pagherai (IRPEF) saranno il 38% di 40.000 eur. Quindi i tuoi scontrini avranno solo il potere di ridurre l’ IRPEF, ma non di abbassare il reddito su cui l’ IRPEF viene calcolata.
Ma se tu volessi ridurre quei 40.000 eur , senza ovviamente perderci, cosa dovresti fare ?
Dovresti usare l’ arma della deduzione. Puoi farlo ?
Si puoi, lo Stato ti ha creato una norma apposta per poterlo fare . Parlo della norma sulla previdenza.
Infatti grazie a questa norma puoi:
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ridurre il tuo reddito imponibile
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pagare un’ IRPEF più bassa
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avere il rimborso IRPEF nella busta paga di luglio
Il tuo reddito si riduce perchè ciò che versi in un PIP fino al 31 dicembre di un anno , è una spesa deducibile per intero dal tuo reddito imponibile.
Quindi nel nostro esempio di prima il reddito imponibile non è più di 40000 eur, ma di 35.000 eur (ovviamente nel nostro esempio stiamo considerando il massimo versamento consentito dalla legge e cioè 5.000 eur , anzi per la precisione è di 5.164,57 eur).
Paghi un’ IRPEF piuù basssa perchè mentre l’ IRPEF di prima era calcolata su un reddito imponibile di 40.000 eur, adesso, a seguito del tuo versamento nel piano pensionistico, viene calcolata su 35.000 eur.
Avrai un rimborso IRPEF nella busta paga di luglio pari al 38% di 5.000 eur, secondo i valori del nostro esempio.
Questo che ti ho appena illustrato è il meccanismo della previdenza complementare con i suoi annessi benefici.
Esistono ulteriori benefici oltre a quelli già esaminati?
Si, certo. Vediamoli insieme:
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RIDUZIONE DELLE ADDIZIONALI COMUNALI
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RIDUZIONE DELLE ADDIZIONALI REGIONALI
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ASSENZA DI OBBLIGHI DI VERSAMENTO
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RIDUZIONE DELLA TASSAZIONE SUL CAPITALE RITIRATO
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MANTENIMENTO DEL BENEFICIO FISCALE ANCHE IN PENSIONE
Calma, li esaminiamo uno alla volta.
Partiamo dal primo insieme con il secondo visto che hanno la stessa causa.
Infatti come sai le addizionali sono calcolate sul tuo reddito imponibile e quindi, riducendosi il tuo imponibile per effetto del versamento pensionistico, vedrai ridursi anche le addizionali.
Terzo punto: Assenza di obblighi di versamento.
Questa caratteristica rende il piano individuale pensionistico più unico che raro. Infatti puoi versare le somme che vuoi, quando vuoi nell’ arco dell’ anno e soprattutto puoi anche decidere di non versare nulla. In quest ultimo caso non sarai costretto a versare per gli anni in cui non hai versato nulla. Potrai versare quando ti pare senza che nessuno ti scriva o ti chiami per versare la tua rata.
S-E-I- L-I-B-E-R-O .
Quarto punto: Riduzione della tassazione sul capitale ritirato.
Questa caratteristica ti permette di arrivare al momento della pensione e ritirare il capitale che hai accumulato senza dover pagare allo stato le tasse per intero.
Cosa vuol dire?
Vuol dire che normalmente dovresti pagare le tasse sulla somma accumulata esattamente come fosse il tuo reddito, ma se così fosse non ci sarebbe alcuna convenienza nel sottoscrivere un piano pensionistico perchè se prima ricevi un bonus e poi lo devi restituire, alla fine qual è il vantaggio?
Per fortuna però non è così. Infatti la tassazione che ti verrà applicata quando andrai a ritirare il tuo capitale, sarà nettamente inferiore alla tua aliquota fiscale.
Nella peggiore delle ipotesi pagherai il 15% e nella migliore il 9%, tutto dipenderà da quanti anni sei rimasto nel piano pensionistico.
Quindi, sempre nel nostro esempio con una aliquota IRPEF del 38%, il mio guadagno netto nella peggiore delle ipotesi sarà 38-15 =23. Quindi avrò un guadagno netto su ogni versamento pari al 23%.
Non male considerando i tempi che corrono gli investimenti in Italia.
Sono arrivati ad offrire il 2% lordo tenendo i soldi vincolati.
Infine abbiamo il quinto punto: Mantenimento del beneficio fiscale anche in pensione.
Ti starai chiedendo se hai letto bene.
Si, ti confermo che hai letto bene, puoi mantenere il piano pensionistico anche dopo la tua pensione e continuare a percepire il beneficio fiscale sulle somme che versi recuperando il tuo bonus IRPEF nel tuo cedolino pensionistico.
Con questo ho concluso la panoramica su alcuni benefici che può portare la norma sulla previdenza complementare e ti invito a visionare gli altri articoli che trovi sul mio blog.
Se questo articolo ti è piaciuto oppure vuoi aggiungere delle osservazioni, scrivi un commento e sarò felice di risponderti.
A presto con un nuovo articolo!